La caratteristica che distingue il genere "gialli" da tutti gli altri tipi di romanzo è sicuramente la sua selettività, sia riguardo i libri sia riguardo il pubblico: un giallo o è un capolavoro o è spazzatura, e non tutti possono dirsi davvero adatti a leggerli. La motivazione principale di selettività del pubblico è molto semplice da individuare: non a tutti piace infilarsi in trame che devono essere contorte e complesse per definizione, fatte di labirinti di situazioni e personaggi ognuno dei quali va analizzato nella singola personalità; soprattutto, il giallo pone al lettore un obiettivo: scoprire il colpevole. Questo significa dover indagare praticamente in concorrenza con il protagonista, non lasciarsi semplicemente trasportare dal flusso degli eventi, con la conseguenza di dover rimanere concentrati su ogni singola riga alla ricerca di dettagli rilevanti al fine di raggiungere la soluzione, muovendosi elegantemente tra i colpi di scena e le trappole che l'autore disseminerà sul percorso. Occorre quindi un pizzico di "talento naturale" per poter affrontare il duro mondo degli investigatori di carta. Certo, si può tranquillamente leggere un romanzo giallo vivendolo come osservatore esterno, aspettando che ci venga svelato l'arcano, ma sfido chiunque a leggere "Assassinio sull'Orient Express" senza cercare di anticipare le mosse del leggendario Poirot! Da ciò si deduce perché, come accennavo prima, il giallo non può essere un libro qualsiasi: deve piuttosto vivere di vita propria, dando la sensazione che quello che leggiamo non sia qualcosa di stampato in migliaia di identiche copie, ma si costruisca lì, sul momento, in modo diverso per ognuno di noi come diverso è lo stile con cui indagheremmo sulla vicenda. Se chiedessi ad un giallista appassionato di leggere "Il Guaritore" di Antti Tuomainen e dirmi cosa ne pensa concluderebbe, con ogni probabilità, che quello che ha letto può al massimo essere etichettato come "thriller", poiché pecca totalmente di interattività. In linea di massima, sarei d'accordo con lui, è molto difficile immedesimarsi con il protagonista, né tanto meno si è portati ad indagare al suo fianco. Eppure, a pensarci bene, non siamo tutti appassionati giallisti, la maggior parte di noi ama leggere libri per il puro gusto di farlo, per provare emozioni diverse o per immergersi in storie che a volte scopriamo aver vissuto o pensiamo potrebbero accaderci davvero. Trovo, quindi, che Tuomainen col suo romanzo abbia un grande merito: quello di aver scritto un romanzo alla portata di tutti. Sì, perché il romanzo in questione è un meltin pot di generi, in particolare giallo, d'amore, thriller, fantascientifico. Ovviamente, occorre sottolineare che la bravura dello scrittore sta proprio nell'essere riuscito ad amalgamare il tutto alla perfezione, tanto che alla fine il lettore tenderà ad approcciare il romanzo a seconda del genere che più gli è congeniale; il problema della scarsa interattività sollevato dall'amico giallista risulta di molto ridimensionato e la vicinanza al personaggio ci sarà, seppur di vari tipi. Il nostro eroe si chiama Tapani, un eroe moderno, con i dubbi, le debolezze e le incertezze alle quali tutti gli uomini d'oggi sono sottoposti a causa di una modernità dove il tutto è il niente. Non a caso, però, nell'ipocrisia e nell'opportunismo che da ciò conseguono, Tapani è un eroe vero, perché di professione fa il poeta, l'arte dimenticata di sentirsi piccoli di fronte alle bellezze impossibili del Mondo e dell'essere umano, e cercare di creare con essi una profonda connessione. E' proprio a causa del folle tentativo di certi uomini di sentirsi grandi quanto la Natura che il Mondo vissuto da Tapani non è solo quello del consumismo, dell'arroganza e dell'odio; è un Mondo flagellato dalle conseguenze distruttive dei cambiamenti climatici, che hanno portato l'amata Helsinki e l'intera Finlandia al buio delle nuvole nere di un temporale infinito, dove il valore delle cose è annullato, e quello della vita umana è un flebile ricordo. Gli uomini sono costretti a vivere come cani randagi, sotto la costante minaccia di essere uccisi arbitrariamente da orde di "vigilanti", ovvero la peggior specie di criminali che lucrano sull'instabilità del sistema, come quelli appartenenti alla famigerata agenzia A-Secure. Nonostante tutto, c'è chi non ha perso la voglia di vivere, l'entusiasmo di continuare una vita all'insegna delle passioni che avevano caratterizzato il passato: qualcuno come la moglie di Tapani, Johanna - giornalista brillante ed intraprendente, donna colta e matura pronta alle sfide che la vita ha in serbo - che persevera nel portare avanti in quel caos l'indagine più importante della sua carriera, la ricerca del "Guaritore", un misterioso serial killer che si propone di eliminare dal mondo tutti quegli uomini che l'hanno ridotto nello stato in cui si trova, imprenditori senza scrupoli che hanno sacrificato l'ambiente in nome del guadagno e della ricchezza di pochi a scapito della vita di molti, uccidendo brutalmente anche le loro famiglie. Un giorno accade ciò che Tapani si era sempre rifiutato di pensare: Johanna non chiama alla solita ora, e quando il ritardo assume una dimensione insostenibile, la terribile verità si abbatte su di lui come un tifone. Johanna è scomparsa, rapita forse, o peggio. L'unica cosa che aveva valore in quella vita ormai dannata gli era scivolata dalle mani senza che lui potesse fare nulla per impedirlo. Tuttavia, Tapani si trova a sperimentare per la prima volta nella sua vita un istinto innato dell'uomo, quello della sopravvivenza, che per lui corrisponde ad avere accanto Johanna. Un uomo senza nulla da perdere decide di andare incontro al proprio destino sulla strada tortuosa iniziata dalla moglie, una strada che ha un'unica destinazione: "Il Guaritore", colui che probabilmente ha già preso la vita del suo amore, e che potrebbe prendere anche la sua. Tapani ne è consapevole, ma preferirebbe farsi prendere l'anima piuttosto che perdere il cuore. Con l'aiuto di un commissario ancora legato agli antichi valori e di Hamid, un giovane immigrato che fa il tassista ma che in un'altra vita aveva vissuto di guerra e povertà, Tapani inizia la sua ricerca dai documenti della moglie, che lo indirizzano verso un'avventura fatta di tensione, paura, adrenalina, e nella quale l'unico vero indizio è un nome: Pasi Tarkiainen, un tempo giovane idealista e ambientalista convinto. Un piccolo indizio che trascinerà Tapani in un vortice temporale dal quale emergerà un passato insospettabile e che incrocerà molti destini e molte vite, tutte sul filo di un rasoio, in una realtà dove nulla è quello che sembra, tranne il colpevole di tutto, ovvero l'umanità stessa che - per afferrare più velocemente il benessere - ha scelto di non rispettare la natura che ci ospita, sperando inutilmente che questa avrebbe subìto senza ribellarsi. Le pagine de "Il Guaritore" voleranno sotto le vostre dita, e vi troverete persi in un ambiente surreale nel quale è impossibile non calarsi, dove i vostri polmoni rimarranno in apnea più a lungo di quanto pensiate possano reggere. Un libro da leggere in qualunque luogo e qualunque momento, che non sente il peso di voler essere necessariamente un grande libro, ma che trova in questo il suo maggiore punto di forza, sorprendendovi sempre di più e lanciandovi un messaggio che rimarrà impresso per sempre dentro di voi: distruggere senza ritegno ciò che ci circonda significa distruggere tutto ciò per cui invece avremmo combattuto, incapaci di capire l'ovvia connessione delle due cose.
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