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2.25.2012

Stefano Benni - Bar Sport


Stefano Benni, il cantore di bar per eccellenza torna, dopo "Il bar sotto il mare", a parlarci di questo luogo così comune da essere pieno di cose e personaggi eccezionali. "Bar Sport" è un'esplosione potentissima di ironia, di paradossi, di situazioni al limite del reale e del possibile, dove i personaggi, come le parole, sembrano "volare", tanta è la velocità con cui si gettano e ci gettano nei discorsi e nelle vicissitudini. Ebbene si, il Bar Sport vi risucchierà tra i suoi tavolini con estrema veemenza, per permettervi di conoscere di persona tutti i suoi clienti abituali ed avventori occasionali, accomunati dalla capacità di sbronzarsi istantaneamente. Le risate vi assalgono fin dalle prime pagine, dove troverete un dettagliato resoconto storico della nascita e dell'evoluzione del Bar, un luogo che è cambiato molto fisicamente ma non di certo dal punto di vista delle pazze frequentazioni. L'essenza stessa del Bar, antico e moderno, sono i "discorsi da Bar", ovvero storie che inevitabilmente si trasformano in balle colossali, una su tutte quella raccontata dal "playboy da Bar", abile a ribaltare la realtà pur di vantarsi delle sue conquiste. In tempi moderni, poi, il Bar è diventato Sport perché il 90% dei discorsi vertono sul calcio, e nel quale si distinguono figure quali "il tecnico", più comunemente chiamato "il tennico" (fenomenale conoscitore di calcio e creatore di parole e congiuntivi con licenza poetica), e il suo nemico giurato, l' "uomo col cappello" (un incompetente totale che ha il solo compito di contraddire il tecnico). Il vero talento di Benni sta nell'enfatizzare al massimo gli accadimenti, cosicché una conclamata realtà si trasformi in un cartoon esilarante: ed ecco che nella bacheca del bar troviamo paste risalenti agli anni '50, il montaggio di un insegna causa il black out di un'intera regione, le biglie da biliardo e le lambrette sfrecciano oltre i 200 all'ora, un uomo grasso si sgonfia perché "buca" e lo si porta dal gommista. Immancabili ed indimenticabili sono le "leggende", popolate da personaggi straordinari e (quasi) sovrannaturali, come i ciclisti Pozzi e Girardoux, protagonisti di tappe da migliaia di chilometri e scalate impossibili, e il fenomenale Piva, ragazzino dotato di una bordata micidiale. La scelta di un narratore interno fa si che non si possa fare a meno di immergersi in quel mondo fantastico, fino anche a volerne far parte. Insomma, in questo romanzo fatto di storie il divertimento è la colonna portante, anche se gli spunti per una profonda riflessione non mancano, dato che riportando alla normalità le situazioni e gli atteggiamenti esasperati da Benni non possiamo non accorgerci di quanto siano reali e sotto i nostri nasi ogni giorno; con ogni probabilità, in un mondo così caotico e votato all'esaltazione delle apparenze, è l'esagerazione stessa dei fatti quotidiani, che nel romanzo è utilizzato come strumento di ilarità, a fare da ponte con la realtà. L'intento di Benni, comunque, appare piuttosto quello di fare della sana e costruttiva autoironia, che spesso ci permette di migliorare ben più di quanto possano fare le critiche, più distruttive e troppo spesso provenienti dalle bocche di chi, al Bar Sport, non ci ha mai messo piede, al contrario di coloro che hanno letto e leggeranno questa stupenda opera narrativa, i quali ne avranno ben donde di affermare di esserci stati; anzi, di esserne stati parte integrante, e di non aver mai vissuto un'esperienza così incredibile. A proposito, non c'è la partita del Bologna tra poco? Tutti al Bar Sport!

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